Venerdì 13 settembre presso lo spazio dibattiti della Festa de l’Unità di Modena Abitcoop porterà il suo contributo al dibattito incentrato sulle politiche dell’abitare, un tema di estrema attualità oggetto di riflessione anche in questi giorni sui media locali per le problematiche legate alla disponibilità di abitazioni nella nostra Provincia per un’ampia fascia di cittadini. Al dibattito, intitolato Politiche per l’abitare, un presidio di democrazia, condotto da Simona Arletti, Presidente di Abitcoop, interverranno Barbara Lori, Assessora pianificazione territoriale Regione Emilia-Romagna, Paolo Barbieri Presidente Legacoop Estense, Daniele Montroni, dell’Alleanza Cooperative Italiane Emilia-Romagna, e Pierfrancesco Majorino, Consigliere PD Lombardia.

«ll tema dell’abitare è diventato oggi di grande interesse pubblico in tutta la sua urgenza sociale – spiega Simona Arletti – e coinvolge studenti, giovani coppie, famiglie ristrette e numerose. Negli ultimi anni da un lato il problema è stato sottostimato, dall’altro si sono accusate le amministrazioni, e anche il mondo cooperativo, di cementificazione: è pensiero condiviso che si debba procedere con un uso parco del territorio e privilegiando interventi di rigenerazione urbana, ma è un fatto che al problema casa vadano date risposte, pena l’espulsione di lavoratori e studenti dal territorio.»

Secondo i dati del PUG ogni giorno arrivano a Modena per studio o per lavoro 48.000 persone (37.000 dagli altri comuni della Provincia e 11.000 da fuori della Provincia), con un flusso crescente di studenti universitari, grazie a una Facoltà Unimore sempre più attrattiva. Ma a partire dalla fine degli anni Ottanta il territorio della città di Modena è segnato da una progressiva diminuzione delle popolazioni giovani residenti, che ripiegano sulla provincia. Inoltre, tra il 2001 e il 2015 è aumentata del 15% la popolazione anziana (di età superiore ai 64 anni), e questa tendenza non è definitiva, ma ha implicazioni importanti nel medio termine.

«La città ha da attrezzarsi – continua Simona Arletti – occorrono una maggiore accessibilità pedonale a spazi della città, più servizi sociosanitari, un commercio di prossimità e una gamma diversificata di soluzioni abitative che si misurino con diversi livelli di autosufficienza e con i bisogni che possono darsi tra terza e quarta età; penso ad esperienze innovative come il senior housing, su cui vogliamo sperimentarci. Infine il flusso turistico: nel 2008 le presenze turistiche a Modena erano state 456.070, nel 2018 sono salite a 571.425 e spesso questo aspetto positivo sottrae alloggi per l’affitto a famiglie.»

Cosa fare dunque per dare risposte alla fascia di popolazione che non ha accesso alle cosiddette case popolari Acer, ma non può permettersi acquisto o affitto a prezzi di mercato? È necessario l’intervento di politiche pubbliche che sostengano l’intervento dei privati, come le cooperative di abitazione.

Se ne parlerà venerdì sera, con amministratori, associazioni e rappresentanti delle cooperative di abitazione.