Lauro Lugli, presidente di Abitcoop, è stato eletto nei giorni scorsi vicepresidente dell’organismo associativo di Legacoop che riunisce le Cooperative di Abitanti italiane.
L’assemblea congressuale di Legacoop Abitanti, svoltasi il 27 aprile scorso a Roma, che ha proceduto alla definizione del nuovo assetto degli organi dirigenti, chiamando alla sua guida Rossana Zaccaria, con una svolta importante rispetto alle questioni di genere, ha deciso che la neo Presidente sia affiancata da tre vice, e tra questi Lauro Lugli, cui è stato affidato il compito di seguire il modello d’impresa verso la costituzione dell’Alleanza Cooperative Italiane (ACI).
La Cooperazione di Abitanti, che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia delle politiche abitative con quasi 1 milione di alloggi costruiti in Italia e 40.000 alloggi a proprietà indivisa, è attualmente impegnata, a seguito della crisi che ha colpito il settore e per la mancanza di efficaci politiche della casa, in un’operazione di riposizionamento rispetto alla missione e alla definizione del proprio ruolo sociale, che la impegna a promuovere e sviluppare politiche orientate al Social Housing.
Le nuove sfide si chiamano crisi economica, invecchiamento della popolazione, cambiamenti degli stili di vita e dei consumi (più accesso meno possesso), nuove povertà, sharing economy, economia della condivisione.
«Le cooperative di Abitanti, tranne poche eccezioni, – ha dichiarato Lauro Lugli all’indomani della nomina – stanno attraversando una fase difficile. Da anni in Italia, e in molte Regioni, non si definiscono più piani urbanistici finalizzati ad estendere il diritto alla casa e l’accesso alla proprietà anche per la fasce più deboli della popolazione, come si è fatto a lungo coi PEEP. E tuttavia, nonostante sia ancora alto il bisogno della casa, nulla o poco si sta facendo per sostituire quegli strumenti, considerati inadeguati perché sottrarrebbero altro suolo al verde, con piani e progetti che consentano il recupero di aree e contenitori dismessi da rigenerare per soddisfare la domanda di case ancora presente nel Paese e anche a Modena. Strette tra questi ritardi le Cooperative di abitanti hanno necessità di ripensarsi e di fare sentire la propria voce, che è la voce delle migliaia di cittadini-soci che ancora oggi ogni anno si rivolgono a noi nella speranza di costruirsi una casa. Trovare le risposte e rappresentarli per noi è un dovere».